Società Dolce entra a pieno titolo nel mondo della finanza, con l’emissione di obbligazioni e titoli di debito, meglio conosciuti come Minibond, destinati ad investitori professionali.
Prima cooperativa sociale in Emilia Romagna a sperimentare questo approccio del tutto nuovo per le imprese sociali, ha posto sul mercato Minibond per 5 milioni di euro, con durata di 6 anni, un tasso di remunerazione del 4,5% e interessi pagati trimestralmente.
Un prodotto assistito da Garanzia SACE S.p.A. a prima richiesta, esplicita, irrevocabile, rilasciata in conformità con quanto previsto dal Decreto Legge n. 23/2020 e dalla Legge n. 40/2020 avente ad oggetto il rischio di mancato pagamento delle somme dovute in linea capitale e interessi, che sarà quotato sul segmento del mercato denominato ExtraMOT PRO3, gestito e organizzato da Borsa Italiana S.p.A. Il rimborso del capitale avviene in 16 rate trimestrali, pari al 6,25% del capitale finanziato. L’Advisor Frigiolini & Partners Merchant, ha assistito la cooperativa nella stesura del regolamento del prestito.
“Usciamo paradossalmente rafforzati dalla pandemia da Covid-19 – spiega Pietro Segata, presidente di Società Dolce – grazie ad una tempestiva reazione agli eventi avversi, che ci ha permesso di recuperare già nel 2021, un normale volume di prestazioni e di garantire lavoro ai dipendenti. Ipotizziamo una crescita nei tre maggiori ambiti di intervento, che sono i servizi educativi e assistenziali, per circa 25 unità di offerta, i servizi rivolti agli anziani in strutture residenziali e semi residenziali, per circa 5 unità di offerta e i servizi alla disabilità, per circa 18 unità d’offerta. Prevediamo un incremento del fatturato a regime nel 2028, pari a euro/K 32.100, raggiunto con una crescita media del 4,3% all’anno, a partire già dal 2022, al netto della crescita Istat. Tra i primi acquisitori dei nostri Minibond ci sono Emilbanca, per 1 milione di euro e la Cassa dei Risparmi di Ravenna, per 500mila euro.”
La scelta di emettere obbligazioni a sostegno dello sviluppo di Società Dolce corrisponde all’esigenza della cooperativa di differenziare le fonti di una finanza aziendale, che in passato si è avvalsa del capitale di rischio conferito dai soci e delle tradizionali forme di impiego a breve e lungo termine del sistema bancario: “Società Dolce già in tempi non sospetti ha raccolto equity per i propri progetti di finanza – conclude Segata – dando vita ad apposite società veicolo, dove coinvolgere i propri partners fornitori, o sperimentando, per la riqualificazione energetica di propri immobili, le piattaforme di crowdfunding”.
Dal 1988 ad oggi, la cooperativa ha fatto molta strada. I 9 soci iniziali sono diventati 1512, mentre gli occupati sono oltre 4mila, l’85% assunti a tempo indeterminato. Partita da Bologna, opera in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e dal primo appalto col capoluogo emiliano per servizi integrativi, oggi è operativa su sei settori, dall’infanzia, agli anziani, dai minori, alla disabilità, alla fragilità e negli ultimi anni anche ai servizi sanitari.
Società Dolce si colloca tra le prime dieci cooperative in Italia, con un bilancio sociale che ha ricevuto la menzione speciale del Premio QuadroFedele, organizzato dall’Associazione Italiana Revisori Legali dell’Economia Sociale, un bilancio consolidato, un codice etico, un modello di Organizzazione Gestione e Controllo, l’adesione con massima valutazione al Protocollo di legalità, la certificazione SA8000 e ISO 9001, mentre il primo project financing risale al 2005.
“Ripartiamo da un valore della produzione che supera i 100 milioni di euro, con più di 4.000 occupati e da un consolidato e accresciuto livello reputazionale”, continua Segata. “Condividere con i nostri committenti pubblici e con i fruitori dei nostri servizi la rigenerazione dei sistemi di protezione sociale e sanitaria sarà per noi una grande opportunità. Accompagniamo con una buona finanza le offerte di partenariato pubblico e privato, che presenteremo prossimamente agli enti locali nostri clienti. Cosa proponiamo? La transizione digitale delle nostre attività e il contrasto a un improprio consumo energetico”.
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