La Regione Lombardia ha approvato il 27 ottobre 2015 in Consiglio Regionale la nuova legge “Per la cooperazione in Lombardia” che va ad abrogare la precedente del 18 novembre 2003 e che verrà a breve pubblicata sul Burl.
Il provvedimento tiene conto delle attuali condizioni economiche e sociali e delle conseguenti difficoltà di inserimento lavorativo soprattutto per le fasce più deboli e svantaggiate che, in un contesto di crisi, faticano ad entrare o rientrare nel mondo del lavoro.
Gli enti della pubblica amministrazione (Regione, SIREG, Aziende sanitarie e ospedaliere) dovranno riservare alle cooperative sociali di inserimento lavorativo almeno il 5% del budget destinato agli affidamenti a terzi per beni e servizi. Questa quota diviene inoltre una condizione necessaria per partecipare al patto di stabilità territoriale, ovvero la quota di risorse che la Regione distribuisce agli enti locali per aumentarne la capacità di spesa.
La legge regola anche l’istituzione delle cooperative di comunità, che assicurano la partecipazione dei cittadini all’erogazione dei servizi pubblici e di pubblica utilità, e delle cooperative di autogestione, che invece svolgono servizi in ambito edilizio residenziale pubblico e sociale.
Infine, particolare attenzione è all’istituzione di nuove prassi per incrementare la trasparenza nei rapporti con gli enti pubblici concedenti e prevenire situazioni di conflitto di interessi. In tal senso le società cooperative che concorrono all’affidamento di lavori, servizi, forniture e beni della Regione e dei suoi enti strumentali dovranno presentare un’apposita dichiarazione su erogazione di contributi in denaro, esito dell’ultima revisione, ecc.
Questa nuova regolamentazione tratta il tema della cooperazione seguendo anche l’esperienza della Regione Emilia Romagna che nel luglio 2014 ha approvato la legge regionale “Norme per la promozione e lo sviluppo della Cooperazione Sociale”, con l’intento di riconoscere alle realtà cooperative il ruolo di soggetto sociale che partecipa attivamente alla progettazione e alla gestione dei servizi. In questa norma vengono proposte: differenti modalità di iscrizione all’Albo per garantire un maggior controllo e contrasto alla cooperazione “spuria”, che sfrutta la denominazione “Coop” esclusivamente per vantaggi fiscali o economici senza rendicontare il valore sociale aggiunto realizzato; nuove forme di rapporto fra Pubbliche Amministrazione e cooperative sociali per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro dei lavoratori svantaggiati, attraverso l’utilizzo delle clausole sociale e gli affidamenti sotto soglia. Sono previsti inoltre alcuni interventi di sostegno alle attività come la costituzione del fondo rischi consortili, l’affidamento dei beni immobili e la possibilità di utilizzo della centrale acquisti regionali.
Anche l’Alleanza delle Cooperative Italiane ha recentemente consegnato alla Camera dei Deputati n. 100.000 firme raccolte a sostegno di una legge d’iniziativa popolare per chiedere al Parlamento misure più severe per contrastare il fenomeno delle false cooperative, imprese che utilizzano strumentalmente la forma giuridica della cooperazione perseguendo finalità estranee a quelle mutualistiche, ed interventi drastici in tema di vigilanza e sanzioni, tra cui la cancellazione dall’Albo delle Cooperative per chi si sottrae alle revisioni e alle ispezioni di legge.
“Nuove norme per la cooperazione in Lombardia” Regione Lombardia – Legge regionale n. 96 del 27 ottobre 2015
“Norme per la promozione e lo sviluppo della Cooperazione Sociale” Regione Emilia Romagna – Legge regionale n. 12 del 17 luglio 2014
PUBBLICATO IL 11/11/2015