Nota dell’Alleanza delle Cooperative Italiane sullo sciopero
Bologna 3 marzo 2016 – «Dispiace l’irrigidimento dei sindacati su temi che all’avvio della trattativa non erano stati neppure messi in agenda e che in massima parte sono materia del contratto nazionale – commentano Legacoop Bologna, Confcooperative Bologna, Agci Bologna, a proposito dello sciopero di oggi convocato dai sindacati provinciali sull’integrativo delle cooperative sociali – Noi continuiamo a tenere la porta aperta su questioni legate a miglioramenti normativi del contratto che, sebbene scaduto, è ancora a tutti gli effetti attivo e che nell’ultimo anno ha pagato come premio ERT, Elemento Retributivo Territoriale, 650 mila euro ridistribuito tra i lavoratori, il più alto degli ultimi cinque anni. È anche opportuno ricordare che era già stato raggiunto un accordo di massima sulla non applicazione del Jobs Act nei cambi di appalto, che nelle dichiarazioni rilasciate dai sindacalisti in questi giorni viene messo in discussione».
Le tre associazioni, che danno vita a Alleanza delle Cooperative Italiane, invitano anche «a non dimenticare che il fatturato delle cooperative sociali deriva per circa l’80% da commesse pubbliche ed è condizionato dalle gare dei Comuni, che troppo spesso subiscono tagli economici e da tariffe stabilite in sede regionale, le quali andrebbero adeguate in maniera più consistente di quanto fatto. Dal 2010 in poi, la marginalità delle cooperative sociali è crollata al 2% ma non l’occupazione, che è aumentata anche negli anni della crisi, con l’applicazione del contratto nazionale di lavoro e dell’integrativo provinciale sempre attivo anche quando i capitolati d’appalto hanno riconosciuto solo l’importo del contratto nazionale. Il costo del lavoro rappresenta l’85% delle uscite di bilancio delle cooperative e le cooperative sociali aderenti all’Alleanza delle Cooperative Italiane – Bologna in questi anni hanno rappresentato un argine di legalità al lavoro nero o grigio, molto presente nei servizi alla persona».
Per le tre centrali cooperative «una revisione del “sistema di welfare”, che comprenda anche un ragionamento sulla sostenibilità economica e sociale di chi fa lo stesso lavoro sia esso dipendente pubblico o di una cooperativa sociale, delle gare che premino ulteriormente la qualità rispetto al costo e basi d’asta condivise su parametri di rispetto dei contratti e dei servizi accreditati (accreditando ad esempio gli Asili Nido), consentirebbe di migliorare i servizi per i cittadini e i salari dei soci lavoratori. Adottare una linea comune fra le parti sociali – concludono le centrali cooperative – potrebbe facilitare tale revisione. Le cooperative sociali, e lo dimostrano i dati dei bilanci, sono i soci e i lavoratori, per questo chiediamo al sindacato di essere al nostro fianco (e non contro) nella battaglia per una piena valorizzazione del lavoro sociale».
PUBBLICATO IL 04/03/2016