Sabato 14 maggio, la cooperativa sociale Società Dolce, l’associazione In bici senza età e il consorzio Colibrì hanno promosso insieme ad Elena Leti, promotrice di una città senza barriere e ai sindacati pensionati di CGIL, CISL e UIL, la bicilettata dalla CRA Villa Paola, a Piazza Maggiore. Quattro anziani ospiti della casa residenza, quasi centenari, hanno partecipato alla pedalata, insieme ad un gruppo di volontari e sono stati accolti in Piazza dal pubblico e dai volontari della Uisp, già impegnati nella Strabologna.
“Sono sempre andato in bicicletta – racconta Giuseppe Ferraretti, 91 anni – e ho continuato ad usarla anche quando non ci andavo più”. Di fronte allo sguardo inquisitore dell’interlocutore, spiega: “La usavo per appoggiarmi mentre camminavo, così da dare l’idea di uno ancora in gamba, uno che poteva anche pedalare”, confermando quanto sosteneva lo scrittore Cesare Zavattini, nella poesia “7 Luglio, che recita “Da noi si è vecchi solo il giorno che non si può alzare la gamba sopra il sellino”.
“Piazza Maggiore – continua Giuseppe – è sempre stata un salotto per le chiacchiere di noi uomini e non c’erano panchine, ma tanti sellini e manubri, dove ci si sedeva, o appoggiava, per chiacchierare.”
Giuseppe Ferraretti è uno degli ospiti di Villa Paola, Casa residenza anziani gestita dalla cooperativa sociale Società Dolce, da dove è partito il progetto “In bici senza età”, nato in Danimarca e importato in Italia dall’omonima associazione bolognese, fondata da Lorenzo Calani e Silvia Casoni. L’idea è di restituire agli anziani ospiti della case di riposo e delle case protette, le sensazioni di un tempo lontano.
Un’esperienza che ha riscosso successo e tanta commozione ed emozione: nei percorsi intorno al Quadrilatero, così cambiato in mezzo secolo, tutti hanno riconosciuto qualcosa di personale, mentre i ricordi affioravano. Un allenamento di memoria, passione e gioia.
“Quand’ero giovane – ricorda Ivonne Givera, 92 anni – con la bici si andava in giro, non c’erano tutte queste macchine e la mia mamma mi diceva sta atenti al biciclèti! La bici era simbolo di libertà e per comprarla occorrevano sacrifici, perché costava circa 300 lire e la paga di un operaio era di 70 lire. Ha cambiato la vita di tanta gente, che poteva spostarsi più distante da casa, anche per lavorare.”
Negli anni Trenta, l’Emilia Romagna deteneva il primato nazionale di diffusione del mezzo, in rapporto alla popolazione e nel 1926, in Italia circolavano quasi tre milioni di biciclette.
In biciletta, Dino Moderato, 98 anni, andava ogni giorno da casa, al suo negozio di barbiere e Silvana Zoli, 88 anni, pedalava dalla campagna vicino a Faenza, fino a Forlì, per andare a scuola: “Dagli undici anni, col sole o la pioggia, il freddo e il caldo, senza ombrelli, né colazione, ma molto coraggio, si partiva tutti, bambini e ragazzi, fino a scuola. Ogni volta che vado in bici, mi ricordo bene l’aria fredda in viso, i raggi del sole a primavera e il silenzio.”
Prossima tappa di “In bici senza età”, scelta dagli ospiti di Villa Paola, sarà una pedalata fino a Piazza Maggiore, per una serata di cinema all’aperto.
PUBBLICATO IL 17/05/2016