La tavola rotonda “Prevenzione e salute della popolazione migrante”, organizzata da Società Dolce e Fondazione Ant, è stata occasione per presentare le azioni attuate grazie al contributo della Fondazione Carisbo.
Dall’opuscolo informativo in lingua italiana, francese, inglese e araba sui corretti stili di vita per la prevenzione dei tumori, all’offerta di 96 controlli gratuiti per la diagnosi precoce dei tumori ginecologici e di 80 per la prevenzione del tumore della mammella.
Dopo il saluto della presidente di ANT, Raffaella Pannuti e del consigliere di Fondazione Carisbo, Sergio Stefoni, è stata la volta dell’europarlamentare Cecile Kyenge, che con un video messaggio da Bruxelles, ha elogiato l’iniziativa e sottolineato l’importanza dell’accoglienza, per la salute delle persone straniere.
Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Sanità Pubblica dell’AUSL Bologna, ha auspicato che tali iniziative possano contribuire a migliorare la salute dei migranti e a far capire loro l’importanza della prevenzione: “Sebbene spesso il tumore sia curabile – ha detto – molti si rivolgono al medico quando stanno molto male ed è ormai tardi”.
Valeria Bonazzi e Maura Bolletta, medici di Ant, hanno raccontato come funziona l’attività degli ambulatori e confermato come le donne straniere scoprano di essere malate di cancro con circa 12 mesi di ritardo rispetto alle donne italiane, mentre Carla Ferrero, vicepresidente di Società Dolce, ha articolato i principali motivi sul perché questo avviene: razzismo, difficoltà culturali, non conoscenza della lingua italiana.
Il sociologo della salute Antonio Maturo ha esposto dati e previsioni sia sulla percezione che sullo stato reale della salute delle persone migranti, mentre Corrado Fini, medico e presidente di Sokos, centro che eroga prestazioni sanitarie a chi non rientra nel sistema sanitario nazionale, ha presentato i numeri sugli accessi all’ambulatorio e la tipologia di interventi.
Dalla sala, Sara Saltarelli, responsabile area Assistenza di Società Dolce, è intervenuta, sottolineando l’importante frutto della collaborazione tra due realtà, una sanitaria come ANT e una sociosanitaria, come Società Dolce. Integrazione avvenuta anche all’interno della stessa cooperativa, perché beneficiari del progetto sono stati anche 10 capofamiglia (8 donne e 2 uomini) dei 15 nuclei familiari inseriti nel progetto contro la povertà educativa dell’area Infanzia della cooperativa, “Ali per il Futuro”. Così, ai posti in nidi e scuole dell’infanzia, servizi di conciliazione, laboratori per genitori e bambini, attività sportive e socializzanti e formazione e orientamento lavorativo per un genitore, si è aggiunta la prevenzione della salute, per una risposta di welfare completo alle famiglie prese in carico.
PUBBLICATO IL 01/04/2019