Sala piena, motivata partecipazione e sorprendente successo per il seminario nazionale organizzato dalla cooperativa sociale Società Dolce e Anaste, su “Contenzione o protezione? Aspetti assistenziali, sanitari, sociali e legali nell’uso delle contenzioni”, svoltosi lo scorso 18 ottobre a Bologna, presso la Sala del Centro Rubbi e riconosciuto coi patrocini del Ministero della Salute, della Regione Emilia Romagna, del Comune di Bologna.
Altissimo il livello qualitativo degli interventi dei relatori, che si sono susseguiti dopo i saluti di Irene Bruno, presidente della sezione bolognese e consigliere regionale Anaste e di Pietro Segata, presidente di Società Dolce, che con un’analisi breve, lucida e contestualizzata, ha proposto l’istituzione di un tavolo tecnico politico a livello nazionale, per la concertazione di linee guida sulle contenzioni, ad oggi ancora assenti.
La giornata è stata ben coordinata da Alessandro Pirani, medico di medicina generale e geriatra, che ha saputo introdurre l’argomento attraverso una presentazione e con la motivata e pregressa esperienza personale nello studio e nella regolamentazione delle protezioni.
Marco Sinoppi, del Dipartimento Cure primarie dell’ASL di Bologna, ha illustrato il protocollo messo a punto dall’azienda, dimostrando uno sforzo e un impegno particolari, in quanto ha il merito di essere frutto di un lavoro condiviso da più soggetti, compresi i referenti delle strutture.
Molto interessante l’intervento di Carlo Petrini, responsabile dell’Unità di Bioetica della Presidenza dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha esaminato alcuni problemi di etica connessi alla pratica della contenzione meccanica in psichiatria e in neurologia. Senza proporre risposte specifiche a singoli problemi operativi, ha suggerito una griglia metodologica per facilitare le decisioni che gli esperti prendono, ciascuno nel proprio ambito. Due le situazioni affrontate: il problema dell’abuso, illegittimo sotto il profilo sia etico, che legislativo e i requisiti per un utilizzo legittimo sotto i vari profili, clinico, etico e normativo. Il tema è stato esposto dall’esperto sia attraverso documenti emanati da autorevoli istituzioni nazionali e internazionali, che all’interno di un quadro teorico dei valori di etica.
Assente fisicamente, per motivi di salute, Antonio Federici della Direzione Generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, che ha però voluto onorare il seminario con un intervento scritto, sul problema della partecipazione dell’assistito alla formazione del consenso. Una riflessione ricca di contenuti e di umanità, nonché di concretezza, dove ha richiamato l’utilità degli strumenti alla base dell’assistenza, come il PAI e il lavoro di équipe, al fine di giungere a una modalità condivisa e funzionale dell’uso delle protezioni, tutelante per l’ospite. Grande apertura anche rispetto a un proseguo dei lavori aperti con questo convegno.
L’intervento, esaustivo e completo, di Luigi Conte ha portato al seminario la voce della Federazione nazionale Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri, sottolineando l’importanza della formazione, della raccolta dati, delle procedure ed evidenziando la grande responsabilità dei medici nel prescrivere una misura di protezione.
Gli aspetti legali sono stati affrontati da Luca Degani, avvocato e docente di Legislazione sanitaria presso la Liuc, sia sotto il profilo della responsabilità giuridica, sia di quella civile, penale ed amministrativa. L’intervento ha evidenziato come la contenzione, in assenza di consenso, sia sempre illegittima, salvo un reale stato di necessità, che è tale solo se valutato nell’immediato. L’alternativa? L’amministratore di sostegno, figura ancora poco utilizzata per anziani che, pur deteriorati dal punto di vista cognitivo, non sono stati però dichiarati interdetti o incapaci.
Dopo la pausa pranzo, Pasqualino la Torre, geriatra e responsabile sanitario della CRA Villa Paola di Bologna, ha illustrato la frequente inutilità della contenzione e le alternative ad essa. La contenzione – ha sottolineato La Torre – deve essere l’ultima soluzione e non diventare un automatismo, mai”. Alcuni casi clinici hanno rafforzato la posizione di La Torre, così come i dati raccolti a seguito dell’attività di Pet Therapy condotta nella struttura, il cui impatto positivo sugli ospiti partecipanti ha permesso di ridurre sia alcune protezioni, che la terapia farmacologica prescritta per la stabilizzazione comportamentale.
La posizione degli infermieri nel superamento delle contenzioni è stata portata da Eugenio Cortigiano – presidente dell’AIILF, associazione italiana Infermieri legali e forensi. Con una lunga esperienza in una struttura psichiatrica alle spalle, Cortigiano ha portato esempi in cui la relazione è stata più funzionale di una contenzione, nel risolvere gli effetti di un disturbo comportamentale e ha insistito, attraverso l’illustrazione di casi concreti, sulle possibili gravissime conseguenze di un abuso.
In chiusura, la scenografica esposizione di Renato Dapero, vicepresidente ANOSS, associazione nazionale Operatori sociali e sociosanitari e direttore di Anoss Magazine, che con un intervento multimediale e spettacolare ha ribaltato la prospettiva, parlando della libertà. Libertà come valore, come necessità, come elemento base della vita di ognuno, testimoniata da canzoni, immagini e interviste agli operatori. Libertà di essere, di scegliere, di esprimere, indipendentemente dall’età e dallo stato di salute, ma riconosciuto dalla storia di ognuno e dall’essere persona.
Mi sono permessa con immenso orgoglio di riportare il susseguirsi degli interventi poiché giornate di studio cosi interessanti e coinvolgenti, nel mio percorso professionale, ne ho viste veramente poche.
Grazie a tutti per aver permesso che ciò potesse accadere.
Sara Saltarelli
Responsabile Area Area Sede Assistenza alla Persona
PUBBLICATO IL 07/11/2013