Viste dal campo in cui operano, cooperazione internazionale e cooperazione sociale appaiono lontane migliaia di chilometri. Ma non basta un continente a dividerle, quando guardiamo agli obiettivi: la dignità dell’uomo, il soddisfacimento dei suoi bisogni, la solidarietà.
Una vicinanza emersa chiaramente al convegno internazionale “Cooperazione sanitaria e salute globale”, svoltosi a Forlì il 18 aprile scorso, che ha riunito in una grande sala gremita dell’Ospedale Morgagni Pierantoni, africani, italiani, organizzazioni non governative (ONG), volontari, medici e due rappresentanti di Società Dolce.
Promosso dall’associazione volontari Amici del Camerun di Cesenatico, il convegno ha chiuso la fase progettuale del programma di cooperazione dei medici camerunensi in Italia, con l’avvio del cantiere in Camerun per la costruzione di un ospedale dedicato alla Romagna.
Rosita Accomando e il terapista della riabilitazione Edmondo Dragona hanno presentato il caso di Borel, un ragazzo camerunense di 15 anni, arrivato in Italia, operato e riabilitato grazie alla cooperazione decentrata, di cui Società Dolce è stata un importante tassello. Borel, una volta uscito dall’ospedale, è stato curato dal servizio di assistenza privato della cooperativa “Assistiamo” e inserito al centro socio ricreativo Sotto il Melograno, avviato grazie al contributo ricevuto da Fondazione del Monte. Qui, da utente, Borel è diventato risorsa e tra un esercizio e l’altro per muovere i primi passi, ha imbracciato la chitarra e insieme all’operatrice Dina Giuntoli conduce il coro degli anziani. “Assistiamo” si prefigura così come servizio privato di alto livello qualitativo e di pronta risposta personalizzata ai molteplici bisogni di un’utenza domiciliare.
Nel settembre 2015 si terrà un importante appuntamento mondiale per ridefinire gli Obiettivi del Millennio, che l’ONU si propone per debellare la povertà estrema nel mondo entro il 2030. Tra le azioni, un ruolo di fondamentale importanza l’ha proprio la cooperazione decentrata, accolta da tempo nelle politiche regionali dell’Emilia Romagna. Essa permette a cittadini extracomunitari, soprattutto minori, che non possono accedere a terapie, o interventi di alta specializzazione, di venire a curarsi nella nostra regione, appoggiati economicamente per viaggio e soggiorno da una ONG. Ed è in questa fase che Società Dolce, con Assistiamo e la rete sociale che può attivare, diventa importante risorsa. Un aiuto tanto prezioso da essere premiato: Dragona, per l’eccellente lavoro svolto con Borel insieme al fisioterapista Ahmed Ibrahim, ha infatti ricevuto una targa di ringraziamento, al pari di illustri medici e altri volontari impegnati nella raccolta fondi per le cure del ragazzo. A dimostrare che fare rete è sempre vincente.
PUBBLICATO IL 22/04/2015