Una vera relazione di aiuto deve basarsi sullo sviluppo della comprensione della “alterità”, per poter riconoscere nel rapporto la persona con tutto il suo bagaglio di vissuti e di esperienze che noi, come educatori, professionisti, figli, parenti, non dobbiamo mai dimenticare.
È importante stabilire una relazione che non sia soltanto una risposta pedissequa ai vari bisogni di cura personale, ma che costruisca un percorso di accompagnamento condiviso con la persona anziana.
Per tale motivo, al fine di raggiungere questo obiettivo, dobbiamo ripercorrere il percorso di vita della persona che abbiamo di fronte, dall’infanzia alla situazione attuale, per riconoscere le caratteristiche del deficit nell’età adulta e nella terza età.
Tale azione consentirà ai professionisti, così come ai care-giver, di attivare in un secondo momento le diverse strategie per ridurre le condizioni di disagio personale e migliorare la qualità di vita delle persone, in un percorso continuo di umanizzazione dei servizi.
Su questi punti si è svolto questo nuovo convegno interattivo, con i professionisti relatori che hanno una profonda conoscenza a livello nazionale, internazionale e soprattutto personale di questa tematica.
PUBBLICATO IL 01/01/2012