• VINCITORE DEL CONCORSO “DOLCI PAROLE”

    Il 1°concorso indetto da Società Dolce e denominato ?DolciParole? ha visto partecipare ben tre soci! Ma si sa che le novità trovano una difficile partenza, oppure può essere che pochi di voi si siano sentiti scrittori?chissà, sta di fatto che anche con solo tre manoscritti la giuria si è trovata in difficoltà nella scelta del vincitore. La cosa particolare è che i partecipanti sono tutti del Settore Scuola !…Non voglio lasciarvi oltremodo sulle spine: il vincitore, con il racconto intitolato ?Agro ? Dolce?, è Francesca Romana Passaretti socio di Bologna che lavora come operatore nel Servizio di trasporto scolastico al Q.re Saragozza Complimenti a Francesca che ha vinto un cellulare.


    Scarica l’elaborato vincitore qui

  • #PORRETTASOULFESTIVAL

    ALO+MARI

    In occasione dell’ultima edizione del Porretta Soul Festival gli appassionati della black music potranno giovare della presenza dello spin off artistico frutto del connubio tra due noti esponenti dello scenario: Ermanno Marco Mari e Carlo Andreoli Alo.
    La mostra, realizzata anche in collaborazione con Società Dolce, avrà luogo dal 19 al 22 dalle 18.00 nella galleria delle arti “Galleria Bicromata” di Paolo Rippoliti, in via Berzantina 12, Castel di Casio, dietro la stazione di Porretta.

     

    Ermanno Marco Mari
    Ermanno (Marco per i più) Mari viene a Bologna all’Accademia delle Belle Arti al termine della quale intraprende la carriera da grafico pubblicitario mai tralasciando però la passione per i fumetti, in particolare per Moebius, Hugo Pratt e Robert Crumb che maggiormente hanno indirizzato l’estro del bolognese.
    “E se incominciassi a dipingere..”
    Fanatico collezionista, amante e cultore, Mari ritrova la passione per il fumetto e riprende tra le dita pennino e china dando vita ad una sequenza di immagini che raccontano i ritratti di 10 artisti che solcheranno il palco del Porretta Soul Festival dal 19 al 22 luglio.

    Carlo Andreoli, Alo
    Carlo Andreoli, “Alo”, bondenese doc, compie studi tecnici, ma da sempre coltiva grande passione per l’arte. Alo descrive le opere attraverso tecniche e materiali e le denomina con un uso storpiato del linguaggio, apponendo il nome proprio sulla fronte. I colori acrilici copulano con fotografie, ritagli di giornale, pellicole di varia natura, stoffe, giocattoli e scarti industriali: il piccolo catalogo della casualità dell’universo nel quadrato di una tela.
    “Un angelo, direte… e cos’è quel nome – Alo – se non la contrazione, la sintesi dell’angelo, e quel breve suono il suo fruscio d’ala, un alo, appunto. Un angelo bastardo caduto giù da una nuvola, forse ubriaco.“