Sono un medico, laureato dal 2014. Ho iniziato a lavorare in Val Camonica, poi mi sono spostato verso Brescia, dove vivo da solo. Nel 2016 ho incontrato Società Dolce e ho assunto l’incarico presso la RSA di Sale Marasino e poi di Marone. Oggi in cooperativa ricopro il ruolo di direttore sanitario di tutte le case di riposo e RSA dell’area Nord-Ovest, quindi della Lombardia: due a Mantova, due a Brescia e due a Bergamo, oltre ai servizi domiciliari del territorio lombardo.
Amo il mio lavoro, anche per i suoi aspetti umani. Il medico in RSA è punto cardine della relazione coi familiari, perché oggi si è perso il rapporto diretto con chi ti cura. Di fronte a patologie anche trentennali, mi trovo di fronte persone non informate del proprio quadro clinico, che apprezzano l’ascolto e le spiegazioni che gli diamo.
Perché ha accettato di far parte del CdA di Società Dolce?
È un’opportunità. Dall’esperienza di amministrazione di una realtà molto complessa, con tanta storia alle spalle, credo di poter cogliere delle nuove competenze gestionali, sui rapporti istituzionali e con la committenza. È una bella formazione anche dal punto di vista manageriale.
Quale pensa che sarà il suo contributo nel CdA?
Porterò senz’altro l’attenzione per la persona, mettendo i soggetti fragili al centro, come ogni buon medico deve fare, ma anche la voce di chi, nella cooperativa sociale, si occupa della parte sanitaria, che a volte per necessità economiche, o per abitudine, non vede riconosciuto il consueto valore. Oggi, con la gestione di hospice, RSA e sub acuti, la visione del personale specificatamente sanitario è importante e il nostro lavoro va rivalutato. Soprattutto ora, che il Covid ha causato una diaspora di infermieri e medici verso il servizio pubblico, le differenze di trattamento andrebbero almeno in parte colmate. Dobbiamo essere competitivi.
Inoltre, voglio portare una riflessione sulle RSA oggi, per definire meglio le risposte ai bisogni di un’utenza diversa da qualche anno fa. Un tempo le case di riposo accoglievano anche persone autonome, oggi abbiamo solo ospiti con gravi malattie croniche e degenerative. La rete della medicina generale è cambiata e quando subentrano una o più patologie invalidanti, il sistema crolla e ai familiari, o al servizio pubblico, non resta che la RSA. Viviamo più a lungo, ma ci si ammala anche di più.
Cosa fa nel tempo libero?
Viaggio appena posso e amo moltissimo leggere.
PUBBLICATO IL 29/09/2021