Sposi di ieri, sposi di oggi è un’iniziativa sul matrimonio, organizzata dagli anziani dei Centri diurni Parma Cittadella e Parma Centro, per non dimenticare e lanciare un messaggio sul valore della più radicata istituzione di ogni tempo.
Aiutati dagli operatori della cooperativa sociale Società Dolce, gestore dei Centri, gli ospiti hanno tirato fuori dai cassetti i ricordi e gli oggetti del loro matrimonio e li raccontano al pubblico, con una sfilata d’abiti da sposa di altri tempi, che si terrà mercoledì, 11 novembre, alle ore 15, in via Caduti e Dispersi in Russia 1/a e una mostra unica nel suo genere, con tanto di allestimento di una camera nuziale, allestita dal 9 al 21 novembre, in piazzale Allende 1.
In una società come quella odierna, dove ci si sposa tardi, in anonime sale comunali, si cede al pranzo di nozze solo per fare contenti i genitori, oppure non ci si sposa affatto, può sembrare incredibile che intere generazioni abbiano vissuto il matrimonio come coronamento di un grande sogno. L’emozione di questi figli e i sacrifici a volte enormi dei loro genitori, per una festa da non dimenticare, spiegano perché, dopo una vita intera, tanti anziani ricordino il matrimonio come il giorno più bello.
“Vivevamo in campagna, la mia mamma faceva la sarta – racconta Silvana Zoli, 88 anni – e non c’erano soldi, ma per le nozze ebbi un vestito di seta, fatto con la stoffa dei paracaduti che i soldati neozelandesi abbandonavano nei nostri campi, dove atterravano. Quel giorno mi sono sentita bella come una principessa”.
Tempi di guerra e povertà, che hanno reso il grande giorno indimenticabile, come per Elvira Mingarini, 90 anni: “Ho sposato mio marito prima che partisse per il fronte. Cosa ricordo? Il banchetto. Oggi basta andare in una pasticceria e mangi tutti i dolci che vuoi, ma allora le donne passavano giornate a preparare torte e meringhe per la festa più bella e con la fame che c’era, si sognavano per anni. Per mia figlia ho voluto un bel ricevimento e il mio abito da sposa. Il mio povero babbo vendette una mucca, per comprarlo: colore avorio, col pizzo, stretto in vita e col velo corto”.
Anche gli uomini ricordano il matrimonio come il giorno più bello: “Prima di sposarla – racconta Giuseppe, 93 anni – avevo visto mia moglie solo la domenica a Messa e sempre in compagnia. Pochi sguardi e qualche parola. Poi è arrivato il giorno delle nozze, siamo entrati nella nostra casa e lì, finalmente, ci siamo baciati. Ora lei non c’è più, ma se la penso, la ricordo nel suo abito bianco, timorosa e raggiante”.
PUBBLICATO IL 06/11/2015