Grande successo di pubblico, con oltre 1.400 visitatori, per l’installazione T-Essere di Stefano Arienti, esposta in occasione di Art City Bologna presso il Centro Italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l’Economia Sociale. Società Dolce, per il terzo anno consecutivo, ha affidato ad un artista di fama internazionale ed ai propri Soci, coinvolti in alcuni laboratori creativi, il compito di trasmettere ai visitatori i principi cooperativistici in chiave artistica. “Le opere – ha dichiarato Pietro Segata, Presidente di Socieà Dolce – descrivono bene i valori della cooperazione, l’ascolto, l’attività di ognuno strettamente connessa a quelle degli altri, il valore aggiunto della solidarietà e della creatività. Inoltre, l’arte è il mezzo più facile per raggiungere una grande platea e attraverso di essa ci auguriamo di far arrivare un messaggio di valore ai giovani, i soli a poter scrivere un nuovo capitolo della storia della cooperazione.”
Ad anticipare il vernissage dell’installazione venerdì 1 febbraio 2019, un Talk sul binomio cooperazione e arte che ha visto dibattere Stefano Arienti, gli artisti Giuseppe Stampone e Mario Airò, i curatori Matteo Lucchetti ed Edoardo Bonaspetti, il filosofo Leonardo Caffo, il presidente di Aiccon Franco Marzocchi, il presidente di Società Dolce Pietro Segata e la caporedattrice di Artribune Santa Nastro. “L’arte e la cultura – ha commentato Arienti – suscitano emozioni, stimolano il pensiero e insieme sono un potente mezzo di trasformazione sociale. Attraverso di esse, abbiamo voluto far conoscere i valori che accompagnano l’essere cooperatori oggi, l’integrazione, l’ascolto, la libertà di espressione, la partecipazione, con una particolare attenzione ai contesti di fragilità.” Un dibattito ricco di argomenti, quindi, dove la cultura, anche quella artistica, vive e si nutre, proprio come la Cooperazione, delle reti sociali, dello scambio e del mutuo aiuto. È così, che nasce l’opera collettiva, col suo puzzle di contributi ed è così che si lavora in una cooperativa sociale. “Abbiamo lavorato in un vero e proprio laboratorio – ha spiegato l’artista – dove, partendo dal logo di Società Dolce, composto dalle tessere di un puzzle, siamo giunti alla ricomposizione di un collage collettivo, servendoci di immagini digitali. Un’esperienza straordinaria e partecipata, al punto che mi sento coautore, insieme ai soci della cooperativa, di un’opera che appartiene all’intero gruppo”.
Il progetto T-Essere ha voluto e saputo rappresentare la disposizione delle singole tessere del puzzle come l’incontro tra differenti aspetti della vita reale, dove colori, forme e percezioni si fondono per restituire un’immagine unitaria agli occhi di chi la guarda.
PUBBLICATO IL 05/02/2019