La cooperativa sociale Società Dolce ha partecipato all’edizione 2016 di RSA Summit, promosso dall’Istituto Internazionale di Ricerca di Milano, che si occupa a livello europeo di management e coordinamento, gestione, controllo e valutazione delle risorse umane ed economiche, nelle residenze sanitarie assistenziali.
La partecipazione al premio RSA Innovation Award, ha portato Società Dolce sul podio, al 3° posto su diciotto, col progetto “La sanificazione dell’ambiente per il benessere delle persone e l’economicità delle risorse”.
L’esperienza, avviata presso la CRA “Villa Paola” di Bologna e la CRA “Nevio Fabbri” di Molinella, è partita da un’esigenza normativa di adeguamento, richiesta dall’ASL e ha portato alla riorganizzazione delle attività d’igienizzazione, che indirettamente si sono rivelate un toccasana per il benessere degli ospiti.
L’azzeramento delle infezioni correlate all’assistenza insorte in struttura, grazie alla collaborazione con un’azienda farmaceutica, Pharma Hygiene, che ha dotato la CRA di specifico prontuario e protocolli, ha migliorato la vita degli anziani, soggetti fragili e ad alto rischio d’infezione e ha portato alla riduzione dell’uso di antibiotici, dei tempi di pulizia e dei prodotti da utilizzare, con un vantaggio anche aziendale.
A parlarne, a Milano, lo scorso 23 marzo, Jovan Leci, medico e responsabile sanitario di Villa Paola, supportato dalla coordinatrice responsabile delle strutture per anziani, area di Bologna, Rosita Accomando.
Al secondo posto, tra i vincitori, il progetto della Rpa Don Bosco di Bolzano, con “NarrAzione (stra)FATTI DI VITA” e al primo, “Essere anziani oggi: tra tradizione ed innovazione”, dell’ente ecclesiastico senza scopo di lucro Diaconia Valdese.
Numerose le novità emerse dalla giornata milanese sul benessere nelle strutture per anziani, molte delle quali improntate all’informatizzazione, alla tecnologia e alla robotica. Dai sistemi gestionali informatici, ai dispenser di pasti caldi e adatti ai pazienti con disfagia, ai carrelli intelligenti, che preparano la terapia farmacologica pronta da somministrare. Interessante il dibattito, non ancora concluso, sulla responsabilità dell’errore, pur remoto. Infatti, uno speciale scanner è in grado di analizzare ogni dettaglio della compressa imbustata, con un margine di sbaglio infinitesimale. Resta, tuttavia, la riflessione sull’umanizzazione del servizio: anche somministrare una terapia è un momento di scambio, contatto e cura con l’ospite, da non sottovalutare.
PUBBLICATO IL 30/03/2016