Nata a gennaio di quest’anno, il Laboratorio di comunità E-20, condotto da Franco Canè assieme a Pamela, Tullio, Admir e Daniele, ha organizzato diversi corsi aperti agli utenti delle strutture e ai cittadini: “Quello che serve oggi è uno spazio aperto a tutti, non un servizio ghettizzante”.
In via Mauro Sarti 20, a Bologna, c’è una palazzina curata, con un giardino coltivato a rose, margherite e viole, perfettamente inserita nel contesto del quartiere Santo Stefano. Dall’esterno sembra una villetta residenziale: non ci si immaginerebbe che qui da gennaio è nato il Laboratorio di comunità E-20, servizio di Asp Città di Bologna gestito dal Consorzio Indaco (Società Dolce e Altercoop). “E-20 è una rivisitazione dei servizi diurni per senza dimora – spiega Franco, coordinatore del laboratorio –, che tradizionalmente mettevano a disposizione alcune sale, ma senza organizzare nessuna attività. Qui invece le persone con disagio sociale vengono a contatto con i cittadini, svolgono corsi insieme a loro e acquisiscono competenze. Quello che serve oggi è uno spazio aperto a tutti, non un servizio ghettizzante”.
Sono tanti i laboratori gratuiti che si svolgono all’interno della struttura: si va dall’informatica al teatro, dalla falegnameria al giardinaggio, fino al progetto di cittadinanza attiva “Bello è possibile”, per riqualificare le aree verdi e gli arredi urbani. Le porte di E-20 sono aperte dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17, mentre il sabato le attività si svolgono solo la mattina, dalle 9 alle 13.
“Le persone vengono inviate da varie strutture – continua Franco – come dormitori, Sert, servizi territoriali o servizio bassa soglia: in questo modo non bivaccano e hanno la possibilità di riscoprire i loro desideri. Fare il senza tetto è un lavoro a tempo pieno ed è difficilissimo mettersi in contatto con le proprie passioni. Ad E-20 chiunque ha l’opportunità di proporre nuovi laboratori, dove egli stesso diventa insegnante”. È così che nascono gli spazi di autogestione: ad esempio, attualmente il laboratorio di informatica è condotto da un utente di un dormitorio.
Da ottobre poi è stata lanciata una nuova formula innovativa: il coworking. Alcune sale della struttura vengono concesse gratuitamente ad alcuni professionisti o associazioni, che lì organizzano corsi di vario tipo. In cambio, un numero di posti del corso vengono riservati gratuitamente a persone segnalate dai servizi o in alcuni casi il professionista si impegna a organizzare un piccolo laboratorio aggiuntivo, aperto solo agli utenti di E-20. “Garantire tutte le nostre attività era difficile da sostenere economicamente – racconta Giuseppe Nicolini, operatore di ASP Città di Bologna –, così ci siamo inventati questa soluzione sperimentale. Ancora non sappiamo se funzionerà, ma siamo molto ottimisti: in un momento di crisi, lo scambio solidale è vincente. E, inoltre, questo è un modo per raggiungere molte più persone, che altrimenti non avrebbero mai conosciuto la nostra realtà”.
Nel giro di poche settimane sono stati avviati un corso di italiano, organizzato dall’associazione Migrù e un corso di mantenimento della memoria per persone anziane, all’interno del progetto Bada bene del Comune di Bologna. Sono in programma anche corsi di Pilates e Ginnastica posturale, di Counseling e di auto mutuo aiuto, di musica e canto e di autodifesa.
Dall’anno prossimo nascerà, sul modello di E-20, un nuovo servizio diurno alla Bolognina, quartiere con una cospicua presenza straniera. “Il fulcro attorno a cui ruota la nostra attività è la comunità. Ci siamo interrogati a lungo sul significato di questa parola: quale comunità? Quali comunità? La nostra forza è che quando si entra a E-20 non si riesce più a distinguere il cittadino dal senza fissa dimora: qui tutti hanno una ‘identità di normalità’, e in questo modo si favoriscono rapporti di solidarietà”.
Per maggiori informazioni: pagina facebook Laboratorio E-20.
PUBBLICATO IL 07/01/2015